Queer House Party: il collettivo di DJ che porta la politica e l’accessibilità nei night club queer

“È incredibile se pensiamo che, quando abbiamo iniziato, condividevamo una casa malmessa e costosissima a New Cross [nel sud di Londra] con una cucina squallida e, dopo poco più di un anno, ci troviamo a fare concerti proprio alla Wembley [Arena]”. È così che Harry Gay, DJ e co-organizzatore del collettivo Queer House Party (QHP), riassume il percorso del gruppo negli ultimi due anni.

Gay, insieme ai DJ Nik (DJ passer) e Seren (Wacha), e allз presentatorǝ e ballerinǝ Taali Akosoa Kwaten e Liv Wynter, ha fondato QHP durante il primo lockdown per la pandemia di Covid-19 nel 2020. A distanza di due anni, il collettivo ha organizzato serate private per eventi aziendali in mezzo mondo, ha raccolto decine di migliaia di sterline per gruppi sociali locali attraverso spettacoli dal vivo, è andato in tournée con il gruppo pop Years & Years, si è esibito in numerosi festival (tra cui Latitude, Secret Garden Party e Sziget), e ha portato gioia nella vita delle persone queer di tutto il pianeta.

Rinomato per le playlist eclettiche e il suo senso di comunità, politica radicale e accessibilità, Queer House Party è iniziato come un modo divertente per sostenere finanziariamente i suoi fondatori e gli altri creativi della comunità LGBTQIA+ che erano esclusi dagli aiuti forniti dal governo britannico a fronte della pandemia. Quando più di migliaia di persone ha “partecipato” al primo evento in diretta streaming, il team si è reso conto di aver fatto centro. “Abbiamo iniziato a ricevere messaggi dalle persone in cui ci dicevano quanto le stessimo aiutando”, afferma Gay. “Alcune persone erano in lockdown con parenti che non sapevano della loro sessualità o identità di genere, per cui questo ha offerto loro uno spazio in cui poter essere sé stesse”.

Accompagnare il gruppo Years & Years in tournée è stato uno dei momenti più importanti del collettivo, non solo per la possibilità di esibirsi negli stadi, ma anche per le connessioni che quei palchi hanno aiutato a stabilire con i giovani queer. Con una fanbase normalmente troppo giovane per poter andare in un night club, la tournée degli Years & Years ha permesso ai teenager queer di assistere a una performance del QHP a cui altrimenti non avrebbero potuto partecipare. “Abbiamo ricevuto dei messaggi speciali dalle persone [in cui dicevano]: ‘Vi ho appena visti e ora farò coming out con mia madre’. Ci sono stati tanti momenti emozionanti”, continua Akosoa Kwaten.

Solo ad agosto, QHP si è esibito in 17 eventi dal vivo, con poco tempo per dormire tra l’uno e l’altro. Questo autunno, il gruppo cercherà di recuperare e pianificare la prossima mossa. “Tanti collettivi queer crescono e poi perdono le loro radici”, spiega Gay, “quindi è molto importante che restiamo fedeli ai nostri principi di base, incentrati sull’accessibilità e sulla nostra politica, senza dimenticare da dove siamo partiti”.
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Molly Lipson è una scrittrice e organizzatrice freelance britannica