“Mi piace mettere tutto in discussione”: l’anticonvenzionale presentatrice di talk show che continua a esplorare il concetto di razza attraverso la comicità

La comica nigero-americana Ziwe è stata investita da un’ondata di successo grazie ai suoi divertentissimi e irriverenti programmi su YouTube e Instagram Live. In entrambi, Ziwe ha messo sotto torchio varie celebrità, da Rose McGowan allo chef Alison Roman, su questioni relative alla razza. La serie, che prende il suo nome, si fonda sull’idea di usare interviste, quiz e video musicali in cui la presentatrice fa agli ospiti e ai membri del pubblico domande volutamente scomode: “Quanti amici neri hai?” “Quando parli delle ‘persone nere’, metti la ‘N’ maiuscola?”, “I tuoi antenati possedevano degli schiavi?” Si tratta di un personaggio provocatorio ma deliberatamente “ingenuo” che Ziwe chiama “una Bratz con un diploma”. (La vera Ziwe ha studiato radio, televisione, cinema e storia afroamericana presso la Northwestern University in Illinois.)

Nella seconda stagione di Ziwe, la sua creatrice afferma che l’intenzione non è tanto di far apparire le persone stupide, quanto piuttosto di farci riflettere sul perché sia così difficile rispondere a quelle domande. “Dietro a una domanda c’è un’altra domanda” spiega Ziwe. “‘Qual è il modo giusto di rispondere a quella domanda? Perché mi ha disorientato?’ Io cerco solo di mettere in discussione ciò che consideriamo giusto, ciò che consideriamo sbagliato, ciò che consideriamo fattuale e ciò che consideriamo fittizio”. La comicità si crea nel divario tra quello che gli ospiti vorrebbero dall’intervista di Ziwe e come invece si evolvono le cose. Momenti come quello in cui Charlamagne Tha God ha detto che “gli uomini neri non tradiscono”, ammettendo subito dopo di essere stato infedele durante l’ultimo ciclo di elezioni, ha creato un imbarazzo esilarante sullo schermo. Sul set, tuttavia, Ziwi afferma che “le interviste sono molto cordiali, amichevoli e divertenti, e le persone ridono. Non c’è bisogno di legarle e gettarle di fronte alla telecamera. Sono persone adulte consenzienti”. La trentenne Ziwe ricorda che da bambina idolatrava Britney Spears e racconta di come il capovolgimento dell’opinione pubblica attorno alla popstar abbia formato il modo in cui oggi vede la cosiddetta celebrity culture. “Nel giro di due o tre anni, dall’amore che tutti pensavamo di provare verso quella ragazzina siamo passati a: ‘La odiamo. È il demonio”, aggiunge Ziwe. “Ora che sono adulta ripenso a quegli anni e rimango sconvolta. Consumiamo le informazioni e le consideriamo vere solo perché sono stampate nero su bianco o perché le hanno dette in TV”. Quella dissonanza ha generato in Ziwe un desiderio. “Mi piace mettere tutto in discussione”, afferma sottolineando quanto ami restare sorpresa da ciò che non sa o che non si aspetta. “È stato memorabile quando durante l’intervista a Gloria Steinem le abbiamo chiesto: ‘Ehi, Gloria, la canzone WAP – Wet Ass Pussy parla di emancipazione femminile?’ Lei ha ascoltato la canzone in diretta e ha risposto: ‘Non proprio’”. Quindi l’obiettivo di Ziwe è di far cambiare idea alle persone? Ricorda di alcune critiche che tacciavano lo show di essere troppo “performativo” e di “non andare abbastanza a fondo”. “Beh, non era mia intenzione risolvere il problema del razzismo in sei episodi, ma forse dovrei metterci più impegno” aggiunge Ziwe con tono sarcastico. “Non mi aspetto niente in particolare dalla mia comicità. L’unica cosa che mi aspetto è di far ridere la gente”. Guarda Ziwe su Showtime Anna Peele vive a New York e scrive per varie riviste tra cui New York Magazine, Vanity Fair e The Washington Post Magazine