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Issue #063 L’arte riflessiva e giocosa di Stephanie H Shih
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Stephanie H Shih ceramic art

L’arte riflessiva e giocosa di Stephanie H Shih

Stephanie H Shih attribuisce lo sbocciare della sua carriera artistica a una manciata di ravioli orientali e una bottiglia di aceto Chinkiang. Nel 2018 la ceramista taiwanese-americana ha deciso di ricreare con l’argilla proprio questi due alimenti base della cucina asiatica. Ad attrarla erano la mondanità di questi due oggetti e la loro ubiquità nelle case asiatiche-americane, compresa la sua. Le opere finali mostravano una tale precisione nei dettagli da poter passare per l’oggetto reale. Con la risposta incredibilmente positiva alle foto delle opere pubblicate su Instagram, partendo dalla bottiglia nera a base di riso, Shih si è resa conto di aver intrapreso qualcosa di straordinario.

Portrait of Stephanie Shih ceramacist
Stephanie H Shih ⓒ James T. Bee

“Tante persone della comunità cinese-americana hanno iniziato a raccontarmi storie legate a quei cibi e alla loro infanzia”, spiega Shih dal suo studio di Brooklyn. “Era chiaro che quegli oggetti non facevano parte solo dei miei ricordi personali, ma di un’esperienza che accumunava tante persone. Da qui ho avuto l’idea di esplorare altri alimenti tipici di cui le persone della diaspora provavano nostalgia”.

Stephanie Shih ceramic art, 2020
Same Same, Stephanie H Shih (2020) ⓒ Robert Bredvad

La serie che ne è derivata, Oriental Grocery, intendeva fare proprio questo, e ha trasformato l’hobby della ceramica di Shih in un lavoro a tempo pieno. Per farlo, Shih ha intervistato oltre 20.000 follower asiatici-americani sui social media per raccogliere una lista di alimenti variegata dal punto di vista culturale ed etnico che rappresentasse le loro radici. Le opere create a seguito di questa indagine spaziano da sacchi di riso a grandezza naturale a condimenti e diverse salse di soia, con lo scopo di mostrare la portata della diaspora asiatica-americana e di sfidare l’idea di una cucina asiatica uniforme.

Stephanie H. Shih ceramic art Spam, 2021
Spam, Stephanie H Shih (2021) ⓒ Robert Bredvad

In opere più recenti l’artista ha ampliato ulteriormente questa narrativa, in un dialogo costante con il suo pubblico, osservando gli alimenti occidentali che occupano un posto speciale nella cultura asiatica. Dalla Spam al Kit-Kat, dai Danish Butter Cookies all’Ovaltine, sono tutti prodotti introdotti nelle comunità della diaspora asiatica attraverso lo sfruttamento coloniale, l’assimilazione e la presenza militare (come nel caso della Spam, importata in Asia dall’America), ma che hanno poi acquisito notevole popolarità tra le comunità locali.

“Il cibo gioca un ruolo molto importante nel modo in cui le persone, in particolare quelle immigrate e i loro figli, possono entrare in contatto con la propria cultura. Per me, è un veicolo naturale per comprendere come diamo forma al nostro senso di sé”, spiega Shih.

Stephanie H. Shih ceramic art Streit's Passover Matzos, 2022
Streit’s Passover Matzos, Stephanie H Shih (2022) ⓒ Robert Bredvad

Ma l’artista ha usato il cibo anche per andare oltre la sfera personale. Nella sua mostra Open Sundays svoltasi lo scorso anno nel Lower East Side di New York, ha esaminato la sovrapposizione lunga 100 anni della comunità cinese ed ebraica nel quartiere attraverso generi alimentari tipici di entrambe le culture, come White Rabbit Creamy Candy, Dr Brown’s Cel-Ray Soda, Yang Jiang Preserved Beans e Streit’s Passover Matzos.

Per la sua ultima mostra personale presso la Berggruen Gallery a San Francisco, ha reso omaggio alla storia culturale della Chinatown della città non solo attraverso il cibo ma anche libri, film (con meravigliose videocassette in ceramica) e oggetti della cultura popolare che l’hanno definita, tra cui copie perfette delle Nike Air Jordans e un cappellino da basket “Linsanity” (in onore del cestista taiwanese-americano Jeremy Lin, che ebbe un improvviso successo nel 2012), perché “guardare l’NBA è molto diffuso tra gli asiatici-americani”, afferma Shih.

“Quello che mi interessa è sfidare l’idea di ‘autenticità’, concentrandomi invece sull’interscambio culturale. Una cultura non resta mai intoccata da altre culture, eppure spesso le persone cercano di congelarla con lo scopo di proteggerla, ma questo va contro la storia e non aiuta affatto perché la realtà è molto più sfaccettata. Con le mie opere voglio approcciare il modo in cui consideriamo le nostre identità in una maniera più ampia”, conclude Shih.

Marianna Cerini è una scrittrice freelance che si occupa di tendenze culturali, viaggi, moda e arte. Ha scritto per Conde Nast Traveller, BBC Travel, CNN Style e Vogue Italia

Jasmine Rice (2022), Air Jordan (2022) Berggruen Gallery; Dr Brown’s Cel Ray Soda (2022); Yang Jiang Preserved Beans (2022); Five Books (2022), Berggruen Gallery; White Rabbit Candy (2022); Four VHS Tapes (2022), Berggruen Gallery; Ovaltine (2021); Danish Butter Cookies (2021), all Stephanie H Shih ⓒ Robert Bredvad

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