In evidenza: Beauty Papers

Se anche tu, come me, non ne puoi più della retorica che domina la società di oggi, ossia quella che detta chi e cosa definisce la “bellezza” e perché tutti dobbiamo perseguirla, allora Beauty Papers ti piacerà di sicuro. Fondata sette anni fa dall’ex make-up artist Maxine Leonard e dalla direttrice creativa Valerie Wickes, questa semestrale ode alla bellezza (ma non come te la immagini) è nata dal rifiuto di un ideale unico. Parlando della genesi del brand, Leonard afferma: “Il settore della bellezza non era inclusivo o giocoso, o nemmeno stimolante. Ero frustrata dal pericoloso messaggio secondo cui la stessa cosa vada bene per tutti”. Ecco perché, se acquisti la rivista aspettandoti di trovare articoli sulle gioie del contouring, dello slugging o di una pelle diafana, ci rimarrai male. Beauty Papers riunisce importanti scrittori, artisti, commentatori culturali e fotografi per esplorare questioni spinose, dai peli femminili alla fobia del grasso, che capovolgono le convenzioni in fatto di bellezza. 

In copertina sono apparse figure come l’artista sudafricana e attivista per i diritti delle persone queer Zanele Muholi, l’artista britannica settantasettenne Maggi Hambling, le gemelle ermafrodite Eva e Adele, e Shirin Neshat in un’interpretazione controversa della rappresentazione musulmana (che ha valso alla rivista lo shadowban di Instagram e ha portato tanti rivenditori a toglierla dagli scaffali). Di tanto in tanto, però, fa la sua comparsa anche qualche celebrità ma, nel classico stile di Beauty Papers, sempre in un modo inaspettato: pensa a Cate Blanchett reinventata alla Andy Warhol e a Harry Styles a petto nudo seduto con le gambe incrociate su una sedia con addosso un paio di calze a rete. Sorpresa, sorpresa: il numero con Styles è andato a ruba. Ma tutto per una buona causa. Per ogni copia venduta, una percentuale del prezzo di vendita è andato a Haircuts4Homeless, un ente di beneficenza britannico che opera a livello locale in cui dei parrucchieri offrono shampoo, taglio e messa in piega ai senza tetto per rafforzare la loro autostima. “Il nostro desiderio”, spiega Leonard, “è quello di cambiare la retorica e generare così un cambiamento”. E Beauty Papers sta facendo proprio questo. 

Funmi Fetto è direttrice editoriale globale di Service95 e collaboratrice dell’edizione britannica di Vogue