Il nuovo musical che regala un’immersione profonda nel K-pop

Il K-pop, il genere musicale sudcoreano conosciuto per la commistione di stili, le performance altamente concettuali e i gruppi che dominano le classifiche, è esploso in quasi ogni angolo del mondo, ma ora sta per calcare un palcoscenico completamente diverso.

All’inizio di questo mese, il musical KPOP è sbarcato al Circle in the Square Theatre di Broadway, a New York, offrendo agli spettatori uno sguardo approfondito su questo fenomeno musicale, con una vera star del K-pop come protagonista.

Nel 2017 KPOP è stato presentato a New York sotto forma di un’esperienza immersiva lontana dai palchi di Broadway. Allora, il K-pop non era ancora ufficialmente sbarcato negli USA e il successo dei BTS in America era ancora agli albori. Ora, nel 2022, questo sbarco è avvenuto in grande stile, e il focus del musical non solo si è evoluto per adattarsi alla sua nuova location (il pubblico rimarrà seduto questa volta), ma arriva anche in un momento cruciale, per non parlare poi della fanbase che lo accoglierà.

“Questa volta si punta a esplorare lo specifico percorso emotivo attraversato da una star del K-pop” spiega Helen Park, compositrice e co-autrice delle musiche dello show.

KPOP è ambientato durante la registrazione di un concerto di una sola serata, quando una star immaginaria – interpretata da Luna, che ha iniziato la sua carriera in una delle prime girl band del K-pop chiamata f(x) – abbandona il palco. Il co-creatore Jason Kim sostiene che il suo scopo era di creare un musical con storie che esplorassero cosa accade dietro le quinte, un po’ come in Gypsy. Questa analisi dell’identità e dell’ambizione è al cuore di KPOP, ma il musical esprime anche la gioia e l’energia del contesto del concerto, in cui a ogni personaggio, dalla boy band e la girl band fino alla protagonista Luna, viene dato il suo momento per brillare.

Park voleva che la musica dello show rendesse davvero omaggio al K-pop, e questo ha richiesto una ricerca esaustiva di ciò che rende questo genere così popolare, con testi delle canzoni sia in coreano che in inglese. Sebbene il musical affronti queste emozioni umane e universali, esplora anche la ferrea disciplina richiesta alle star del K-pop, come l’allenamento intensivo e le pressioni costanti imposte agli artisti. “È impossibile rappresentare l’intero settore. La cosa migliore che potevamo fare era raccontare una storia il più specifica possibile”, spiega Kim. “Il nostro obiettivo non è quello di esporre il settore, ma di tracciare la psicologia di un’artista di fama mondiale che si trova ad attraversare questo gigantesco sistema”.

Parlando di Luna, che è una star del K-pop nel mondo reale, Kim afferma: “Non deve quasi impersonare nessuno perché lei è davvero quella persona. Questo offre alla performance un livello di autenticità che lascia senza parole”.

“È un vero onore trovarmi a New York e recitare a Broadway come artista del K-pop e attrice, proprio in un momento in cui questo genere è molto apprezzato in tutto il mondo”, aggiunge Luna. “Lavorare a questo musical mi ha offerto tantissime opportunità di esplorare come voglio sviluppare e accrescere la mia carriera di cantante K-pop”.

Questo “spettacolo esuberante e festoso”, usando le parole di Kim, segna anche un passo importante verso una maggiore rappresentazione delle storie e degli scrittori asiatici a Broadway. “Stiamo cambiando il volto di Broadway” afferma Park, e aggiunge “stiamo davvero cercando di creare qualcosa che non è mai esistito prima, e questo richiede tanto lavoro e tanta attenzione verso il genere del K-pop, ma anche verso il modo in cui si racconta una storia a Broadway”. 

Kim ricorda che alla serata di chiusura della produzione dello show di cinque anni fa aveva notato una bambina asiatica che guardava lo spettacolo estasiata: “Lo show è per tutti, ma soprattutto per le persone come lei. È a lei che penso. È lei la mia stella polare”.

Jessica Derschowitz è una giornalista e scrittrice specializzata in cultura e spettacolo residente a New York. Ha scritto per diverse riviste tra cui Entertainment Weekly, Vanity Fair, Variety e Bustle