“I miei romanzi non sono per niente allegri. Così ho deciso di scrivere qualcosa di allegro per una volta”: Akwaeke Emezi si cimenta in un romanzo rosa

“Non sono molto bravə a rilassarmi” confessa Akwaeke Emezi, celebre scrittorə, mentre mi parla dalla sua casa di New Orleans che, da quando ha intrapreso l’hobby della decorazione d’interni, è diventato un progetto di ristrutturazione completo degno di una rivista di architettura. “Il problema è che non sono capace a fare le cose in piccolo” afferma ridendo. È la risata piena e contagiosa di una prolifica mente creativa al massimo delle sue prestazioni, per cui persino il fai da te diventa una forma d’arte.

Solo quest’anno, questə premiatə scrittorə nigerianə ha pubblicato tre opere: il romanzo per ragazzi Bitter, una raccolta di poesie d’esordio Content Warning: Everything, e, più recentemente You Made A Fool Of Death With Your Beauty, il suo primo romanzo rosa. Ma è quest’ultimo che potrebbe sorprendere di più. Emezi si è ritagliatə una carriera da gigante della letteratura, con una nomina recente come Next Generation Leader dalla rivista TIME. La sua prosa scintillante è stata finora un’indagine risoluta sull’ontologia, la spiritualità e le tradizioni. Il suo romanzo d’esordio, Acquadolce, la storia semi-autobiografica di una ragazza che alberga in sé vari ogbanje (secondo la tradizione Igbo degli spiriti reincarnati che si muovono attraverso mondi diversi) ha riscosso un successo sensazionale che gli è valso la nomina di libro dell’anno del The New Yorker nel 2018. Le sue opere successive hanno ricevuto elogi simili e hanno messo in luce tematiche trans e queer. Una traiettoria di carriera che mai si sarebbe detto potesse portare a una sdolcinata storia d’amore. “I miei romanzi non sono per niente allegri”, afferma Emezi. “Così ho deciso di scrivere qualcosa di allegro per una volta. Leggo un sacco di romanzi rosa!”. Naturalmente, definire Akwaeke Emezi come un certo tipo di scrittorə sarebbe troppo riduttivo. Esiste, secondo la sua descrizione, in “spazi liminali”. Emezi è una persona non binaria e si identifica come ogbanje, ossia mai o una cosa o l’altra. La sua scrittura non è da meno: un’opera fluida e in continua evoluzione che spazia tra diversi generi, dall’autobiografico alla poesia. “Il mio agente dice che tutti i miei libri mi rispecchiano e nessuno è uguale all’altro”. Assumersi dei rischi non è cosa nuova per Emezi e la sua ultima “deviazione” verso un genere misoginisticamente chiamato chick-lit ne è un’ulteriore testimonianza. “Sinceramente, penso che la gerarchia letteraria non abbia molto senso…” dice alzando le spalle. “Ho iniziato con questo libro strano che molte persone non avrebbero compreso e questo mi ha dato la sicurezza per continuare a scrivere a modo mio”. Nella sua carriera, infatti, Emezi non ha mai cercato l’approvazione degli altri, ma solo di sé stessə. Eppure questa è stata una lezione difficile da imparare, scoperta quando il suo romanzo di esordio è stato nominato per il Women’s Prize for Fiction, il premio letterario dedicato alle scrittrici donne. Quando è venuta fuori la sua identità non binaria, Emezi ha detto di aver ricevuto una valanga di insulti online, che sono addirittura aumentati quando ha deciso di ritirare la sua nomina per il suo secondo romanzo La morte di Vivek poiché il Women’s Prize si basava sul “sesso definito dalla legge”. “Sapevo che il fatto di non avere un genere e di non rientrare in dei canoni prestabiliti mi avrebbe penalizzato nel settore, nei media e nell’opinione pubblica” afferma. “Ho pensato: ‘Perché dovrei aspettare che delle persone che nemmeno rispettano chi io sia mi dicano che sono bravə in quello che faccio?’” Eppure, alletta l’idea di vedere Emezi come una storia di successo commerciale. Dopo tutto, Acquadolce diventerà una serie limitata, mentre You Made A Fool Of Death With Your Beauty è stato già acquistato dalla casa di produzione cinematografica di Michael B Jordan con un contratto, si vocifera, da sette cifre. Ma la questione non è così semplice, ribatte Emezi. “Autori neri non binari o trans continueranno a non ricevere riconoscimenti perché il nostro lavoro non viene considerato in base ai suoi meriti. La gente si concentra su altri aspetti di noi piuttosto che sul nostro lavoro. Prendere atto di ciò non è stato affatto facile per me”. Emezi va avanti poi a parlare con nonchalance della sua ormai famigerata schermaglia su Twitter con la stimata scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, iniziata nel 2021. Emezi accusò Adichie di essere transfobica e Adichie in risposta lanciò una critica poco velata a Emezi attraverso una lettera aperta. Questo, afferma Emezi, ha generato una valanga di messaggi offensivi online. Oggi, però, Emezi ci ride su e passa subito a parlare di altre cose, come la sua scrittura compulsiva e il suo giardino. Riappare così quella gioia, che tenta disperatamente di far capolino e ricordarci di non giudicare mai una persona solo in base alle sue giornate peggiori. Poi mi sorprende di nuovo: “Sai, ho sempre desiderato scrivere un romanzo fantasy. Ci provo da anni ma i miei libri finiscono sempre per diventare qualcos’altro”. Ma qualsiasi cosa diventino, un po’ come l’eclettica persona che li scrive, resteranno indubbiamente e sfrontatamente fedeli a loro stessi. Marie-Claire Chappet vive a Londra e scrive su temi relativi ad arte e cultura. Collabora anche con la rivista Harper’s Bazaar