Come la palpitante filmografia di Pedro Almodóvar racconta una storia più oscura del passato traumatico della Spagna
Quando iniziò la sua carriera negli anni ‘70, Pedro Almodóvar, il regista spagnolo più famoso, divenne presto il simbolo della trasformazione della Spagna in una moderna società capitalista dopo 40 anni di dittatura. Il dittatore militare Francisco Franco aveva da tempo chiuso le scuole di cinema in Spagna, per cui i primi film irriverentemente comici di Almodóvar erano visti come un segno, almeno all’estero, che il Paese aveva voltato pagina. Il regista collaborò con artisti spagnoli di nicchia in un ambiente eclettico e creativo, La Movida – come veniva chiamato, che aveva dei legami con la Factory di Andy Warhol. Eppure la frivolezza di Almodóvar ha sempre avuto un risvolto politico. Ciò che contraddistingue i suoi film è l’abilità di combinare immagini audaci e accattivanti con storie eccentriche in un modo divertente ma che allo stesso tempo fa riflettere.
Per Almodóvar fu difficile finanziare i suoi primi film (li ha descritti come cinque figli da cinque padri diversi), per cui nel 1986 fondò la casa di produzione El Deseo (“il desiderio” in spagnolo) insieme al fratello Agustín. Il primo successo internazionale avvenne nel 1988 con la commedia svitata Donne sull’orlo di una crisi di nervi, candidata al premio Oscar. Il successo commerciale portò alcuni a sostenere che Almodóvar si fosse ormai svenduto. Légami! (1989), un film in cui una donna si innamora dell’uomo che l’ha rapita, dice però tutt’altro. Seguirono poi altre premiazioni, tra cui l’Oscar per il miglior film in lingua straniera con Tutto su mia madre (1999) e per la miglior sceneggiatura con Parla con lei (2002).
Sebbene dalla metà degli anni ‘90 gli “Almodrama” (i film drammatici alla maniera di Almodóvar) abbiano dominato gran parte delle sue produzioni, la vena comica del regista resta comunque presente, sfidando l’idea prevalente che sia diventato improvvisamente serio. E l’esistenza di diversi stili di Almodóvar, anche all’interno dello stesso film, fa sì che ogni lista di preferiti diventi una scelta profondamente personale.
Quell’insistenza iniziale a voler creare film come se Franco non fosse mai esistito portò Almodóvar ad ambientare per decenni le sue pellicole in un presente tenacemente ottimista. Questa riluttanza ad affrontare la dittatura e la guerra civile diede origine a film che richiamavano questi temi furtivamente, o attraverso l’esplorazione del dolore personale o tramite allusioni ad altre storie traumatiche come quelle dell’Argentina sotto il generale Videla o la guerra civile in Bosnia. Solo all’apertura di Carne trémula (1997), ambientato a Madrid nel 1970, il regista iniziò a esplorare il passato doloroso della Spagna. Il suo ritorno al passato più inquietante si manifesta in La mala educación (2004), una storia dal taglio noir che tratta il tema dell’abuso sessuale di minori presso un collegio religioso durante la dittatura e la successiva copertura nella Spagna democratica.
Nel 2018 Almodóvar fu produttore esecutivo de Il silenzio degli altri (con la regia di Robert Bahar e Almudena Carracedo), un documentario sulle vittime della dittatura che lottano per la giustizia. Il suo film più recente, Madres paralelas (2021), racconta questa e altre storie per dimostrare gli effetti duraturi di un passato così traumatico sulla vita delle protagoniste. Se “desiderio” è il nome della casa di produzione di Almodóvar e il termine spesso associato alla sua opera, “silenzio” (il titolo di lavorazione del suo film del 2016 Julieta) è altrettanto importante.
In Madres paralelas, Almodóvar parla inequivocabilmente del passato traumatico della Spagna, un passato che va affrontato affinché il Paese, come le madri della storia (interpretate da Penélope Cruz, nominata agli Academy Award per la sua performance, e Milena Smit), possa finalmente voltare pagina.
5 film di Pedro Almodóvar da guardare subito
- La legge del desiderio (1987)
- Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988)
- Parla con lei (2002)
- La mala educación (2004)
- Dolor y gloria (2020)
